giovedì 10 settembre 2009

Samoa on the road

La cosa che piu' mi ha entusiasmata a Samoa difficilmente viene indicata dalle guide come la prima attrazione locale. Tutti parlano di spiagge bianche isolate con acqua turchese, di barriera corallina con una miriade di pesci a portata di poche bracciate, di capanne isolate nella giungla, di alberi di papaia, cocco, banane, albero del pane a portata di braccio allungato, di persone sorridenti e accoglienti, di fiafia e flessuosi acrobati del fuoco. Tutto vero, per carita', ma nulla in confronto alla mia perversa attrazione per i mezzi di trasporto:

- i taxi. Il tassametro non funziona, neanche la lancetta dei chilometri, nemmeno quella della benzina. Non sai mai a che velocita' stai andando e se rischi di rimanere a piedi in mezzo alla giungla. I tassisti parlano tantissimo o non dicono una parola. Devi concordare il prezzo prima di salire e avere contanti in taglia piccola. Altrimenti il povero tassista deve portarti in giro per un'altra mezz'ora alla ricerca di qualcuno che ti cambi i soldi. L'incubo dei tassisti in questi giorni e, per ovvie ragioni, la stramba decisione del governo di cambiare, da un giorno all'altro, senso di marcia, da destra a sinistra. Il governo ha dichiarato un giorno di festa nazionale per evitare il caos, ma molti tassisti ci hanno detto di essere molto preoccupati. E in alcuni villaggi i capi-villaggio si sono rifiutati di cambiare senso di marcia.


- i bus. Di solito i turisti vengono invitati a preferire i taxi agli autobus. Niente di piu' sbagliato. I bus costano solitamente molto molto meno (se la corsa in taxi costa 16 euro, il bus ne costa 0.27 per lo stesso tragitto) e, visto la condizione delle strade, impiega lo stesso tempo. I bus sono vecchi(ssimi) bus giapponesi a cui e' stata tagliata la parte superiore e rimpiazzata con una di legno. Anche i sedili sono in legno (a parte rari casi). Non ci sono finestre, solo una dal lato dell'autista. Il viaggio in bus offre l'opportunita' di aggiornarsi sulle ultime novita' del Samoan-pop. Pur non capendo niente del testo sono certa si tratti per lo piu' di mielosissime canzoni d'amore. Immaginatevi di ascoltare Nino d'Angelo mentre un autobus di legno vi sballonzola nella giungla. Divino. Il volume super di gran lunga il livello consentito ad un essere umano e i CD sono di solito appesi a fianco dell'autista, che si premunisce di cambiare CD nel lettore portatile mentre guida. Uno si e' messo addirittura a ripararlo con un cacciavite. Senza smettere di guidare. Non ci sono fermate, puoi salire e scendere quando ti pare, cosa che trovo fantastica. L'autista puo' anche cambiare percorso e portarti a casa, se hai le borse della spesa troppo pesanti. Per legge non si puo' stare in piedi, quindi se non ci sono piu' posti devi sederti sulle ginocchia di qualcun altro. Io sono stata seduta per quasi un'ora sul poliziotto del paese (di solito le donne si siedono sulle donne, ma tutte le altre donne erano gia' occupate e mi hanno messa di peso- letteralmente- sul poliziotto). Non ho capito se la sua faccia esprimesse imbarazzo o dolore atroce. Dopo il primo timido tentativo di prendere un autobus, non abbiamo piu' potuto farne a meno e dopo una settimana canticchiavo tutte le hits dell'estate samoana.


- i traghetti. tra l'isola di Upolu e Savai'i, le due isole principali, ci sono traghetti ogni due ore. Circa. A volte ogni 3. Solo due traghetti il martedi'. Spesso uno lo cancellano. La nave piu' grossa, Lady Samoa II, ha una parte di sedili al coperto con um mega schermo. Peccato che, per colpa dell'aria condizionata, ci siano circa meno dieci gradi. Gli altri posti sono all'esterno, in balia delle intemperie o del sole a picco. A meta' della traversata al ritorno di Savai'i, un gruppo di passeggeri ha cominciato a fare espressioni tra lo stupito e il terrorizzato. Ad un certo punto un signore, visibilmente turbato, mi guarda e dice 'vedi quell'isola sulla destra? dovrebbe essere a sinistra...stiamo andando in una direzione completamente sbagliata'. Abbiamo qundi personalmente verificato che i traghetti a Samoa non solo non hanno il GPS, ma nemmeno una bussola e in caso di nebbia, quando l'isola dall'altro lato non si vede, si procede a caso. Niente di grave, se non fosse che si rischia di rimanere incagliati (e distruggere) la barriera corallina.

8 commenti:

Nathan ha detto...

bello!
ma come ti senti se ti ritrovi un samoano di 130 kg sulle ginocchia?

zazie ha detto...

Tra l'altro non e' neppure cosi' improbabile, vista la stazza media...ma non preoccuparti, di solito i turisti (o meglio i palagi, uomini bianchi) sono esonerati dal peso degli altri passeggeri :-).

tanaka ha detto...

Fantastico! Varrebbe la pena andarci anche solo per fare un giro in autobus (se poi ci sono pure le spiagge bianche e l'acqua turchese, ben vengano!). Adesso poi che hanno cambiato da un giorno all'altro il senso di guida dev'essere tutto ancora più avventuroso :-D

laFrancese ha detto...

...con Nathan per natura non si prendono mai i taxi, in quanto mezzi costosi e borghesi, per prenderlo in Giappone e vedere i centrini e la porta che apre da sola, c'è voluto il diluvio universale...
se mai dovessimo andare a Samoa, ora che sa il costo e che c'è pure da divertirsi agratisse, non riuscirò di certo a prendere un taxi!

zazie ha detto...

@Tanaka: vedi che mi hai capito, altro che barriera corallina, dovrebbero mettere gli autobus sui pamphlet pubblicitari!
@LaFrancese: noi abbiamo preso il taxi solo quando non c'era altra alternativa, da e per l'aeroporto, visto che siamo arrivati in piena notte e ripartiti all'alba e a quell'ora gli autobus non circolano (di solito smettono di circolare alle 3-4 del pomeriggio...). 50km a piedi per l'aeroporto avrebbero convinto anche Nathan a salire sul taxi, ne sono sicura. In Giappone usavo il taxi di solito per la tratta shibuya-casa quando perdevo l'ultimo treno...

Daniela B. ha detto...

Che ridere!mi hai fatto ricordare i trasporti in Ghana dell' anno scorso,anche lì pulmini sfasciati che si fermano dove vuoi,con gente appesa alle portiere,musica a palla etc..un giorno siamo stati fermi due ore in un pulmino lungo la costa perché in una curva tutte le ceste di pesce,arance etc caricate sul tettino del pullmino ernao cadute x terra..ovviamente accorse un sacco di gente ad aiutare,a ridere,parlare..una bella avventura!
passa a leggermi a www.ilcoltellodibanjas.blogspot.com
Daniela

koalakia ha detto...

ahhhhhh---- Questo il sospiro della casalinga del Belpaese a leggere di terre tanto lontane ed esotiche! Io, una capatina, a Samoa, me la farei pure in kayak, oh sì....

(Ma come? Shibuya? Giappone? Ma..ma sei una vera globetrotter! Mi sa che qui devo darci dentro con gli arretrati...!)

Koalakia

Colgi ha detto...

Ehi Zazie, sono capitato per caso sul tuo blog. Non abbandonarlo. E' fatto bene, ho letto alcuni post e mi sono trovato immerso come in un film. Non trascurarlo dai!
Ciao da Giovanni, Milano