venerdì 30 maggio 2008

Train train hashitteiku

Ieri sera sono rimasta in ufficio dalle 8.30 del mattino alle 8 di sera. Sono tornata a casa, ho mangiato un insano instant ramen al volo e mi sono rimessa al lavoro. Fin dopo la mezzanotte. Per finire di correggere tutte le tesine che dovevano essere consegnate entro oggi. Chissa' perche' i primi elaborati sono fitti di commenti mentre negli ultimi ci sono solo monosillabi (in prevalenza NO!) e punti di domanda.
Un anno fa stavo passando le ultime due sere nella (ormai vuota) casa di Mishuku. Ho la sensazione che ci siano modi migliori che 12 ore in ufficio per festeggiare il primo anno in NZ. (ma festeggiare de che?)

train train dokomademo...




* The Blue Hearts- Train Train

Con terribile ritardo ringrazio Magnolia per l'(immeritato) premio che mi dato. Lo giro a chiunque voglia prenderselo. Tutti ci meritiamo un premio ogni tanto, no? ^-^;

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venerdì 23 maggio 2008

S.P.Q. Kiwi



In Nuova Zelanda se ti invitano per un "tea" a casa molto probabilmente ti stanno invitando a cena.
(considerando che spesso ti invitano per le 5.30 e' facile pensare che ti stiano invitando per una merenda e non per la cena).
Se invece ti invitano per un "sunday dinner" ti stanno invitando domenica a pranzo.
Il brunch (breakfast-lunch) cosi' popolare tra i bar del centro rimane per me qualcosa di sconosciuto e temuto.

sabato 17 maggio 2008

Cene da tutto il mondo I

La prima cena dell'iniziativa in cui siamo stati coinvolti e' stata organizzata da L. una ragazza giordana che di mestiere fa la designer industriale. I presenti erano una decina (compresa la mia signora svizzera preferita), ma L. aveva preparato una cena per almeno 25! Ci ha accolto con un tavolo ricolmo di frutta secca, torta al semolino, hummus, pane fatto in casa da intingere in prezioso olio di oliva (quello vero, scuro scuro) e poi in un mix di spezie e sumac e fagottini ripieni di formaggio, erbe o carne. E poi ha iniziato a cucinare, spiegandoci i vari passaggi e le storie dietro agli ingredienti che stava usando (questo me l'ha dato il signore greco che ha cominciato a produrre olio nel nord dell'isola del sud, con ulivi italiani e spagnoli; questo me l'ha spedito la mia mamma; questo me l'ha dato la signora libanese al mercato...). Tra una chiacchiera e l'altra ci ha preparato un'ottima zuppa di lenticchie, spinaci e pollo (con salsa di melograno), shushbarak (o shoshbarak, ravioli di carne cotti nello yougurt), un piatto tutto bianco con una spruzzata di prezzemolo verde, perche' nelle occasioni speciali i piatti devono essere bianchi o verdi, e, infine, un dolce di latte, profumato alle mandorle, alla cannella e spruzzato di pistacchi macinati.
Al ritorno fortunatamente avevamo parcheggiato un po' lontano e abbiamo fatto due passi per smaltire il cibo. T. come sempre ha esagerato e si lamentava per il mal di pancia.

La prossima settimana tocca a me. Gia' temo di distruggere in una cena la reputazione che gli italiani si sono fatti in anni. Ma esiste l'eccezione che conferma la regola, no?



* La foto del shushbarak e' presa da Internet, perche' mi sono scordata la macchina fotografica a casa.

mercoledì 14 maggio 2008

J'adore

Claud mi ha invitata a raccontare cosa mi piace fare e io mi sento un po` in imbarazzo. Perche` non sono molto brava a parlare di me e perche`, in fondo, quando ho provato a pensarci mi sono venute in mente solo tantissime cose che NON mi piace fare (lo ammetto, non ho un bel rapporto con il positive thinking). E poi io sono instabile (flessibile suona meglio?), e le cose che mi piace fare variano con il tempo e il luogo in cui mi trovo.
Cosi` mentre andavo dal dentista (ecco, farmi ravanare in bocca per due ore e mezzo e squartare la gengiva non piace per nulla) mi sono sforzata di pensare a qualcosa che mi piace fare.

Mi piace leggere, molto, dai blog ai giornali ai romanzi ai manga (amo un po` meno leggere le tesine dei miei studenti); mi piace andare al cinema e adoro la sensazione di essere totalmente assorbita dal film; a volte mi piace mangiare seduta sul divano; mi piace guardare le serie televisive per non pensare a nulla per un`oretta (pero` non riesco a essere costante e guardo una puntata ogni tanto, T. si chiede come faccia a capire cosa succede); mi piace viaggiare, a volte da sola; mi piace salire in treno a Tokyo e scendere a caso; mi piace guardare il mare; mi piace chiacchierare, tantissimo, anche per tutta la notte, con un buon amico e un bicchiere di buon vino; mi piace controllare la cassetta della posta (e adoravo il fatto che in Giappone il postino passasse due volte al giorno); mi piace pastrocchiare al computer, anche se ne capisco poco; mi piace invitare gente a casa (non sempre); mi piace passare ore da Mandarake, Dorama e Book off; mi piace camminare, ma non in una citta` costruita su colline come quella in cui vivo ora; mi piace tirare la cordicella dell`autobus alla fermata; mi piace mangiare gli onigiri camminando; mi piace tornare a casa la sera e bussare alla porta per farmi aprire.

Sono piu` di sei, lo so, ma mi piace non rispettare le regole.

lunedì 12 maggio 2008

argh!

Sentire la propria voce registrata e' terribile.
Sentire la propria voce nella segreteria telefonica che parla in giapponese e' osceno.
Viene voglia di non proferire mai piu' parola.

sabato 3 maggio 2008

Zazie in tour

A volte il fatto di vivere nell'angolo in fondo a destra della mappa del mondo (eurocentrica, lo so, ma con quella sono cresciuta) mi pesa un po'. Mi sento lontanissima da tutto e da tutti, e in effetti lo sono. E il Sud dell'Isola del Sud mi sembra davvero il posto piu' isolato che ci sia. E in fondo, un po' lo e'.
Di conseguenza, mi riempio di gioia quando prenoto viaggi aerei e piccole fughe verso luoghi piu' frequentati.
Tra fine giugno e inizio luglio, dopo una breve sosta a Auckland, saro' a Rotorua per un convegno, sperando di avere anche un po' di tempo per una serata alle terme.
A settembre, saro' qui ma per arrivarci dovro' passare da Auckland, Tokyo, Francoforte, Milano all'andata e Milano, Francoforte, Hong Kong e Auckland al ritorno. Ci sara' tempo per una toccata e fuga a Tokyo, per salutare gli amici e abbuffarmi di cibo e libri e per una breve visita alla terra natia, per passare qualche giorno in famiglia e recuperare gli ultimi scatoloni di libri.


Ed e' subito sera.

venerdì 2 maggio 2008

Cene da tutto il mondo

La scorsa settimana ci hanno convocato per l'incontro del progetto di "cucina da tutto il mondo" coordinato dalla signora A, a cui avevo accennato tempo fa.
Eravamo piu' di trenta, davvero da (quasi) tutto il mondo: India, Sri Lanka, Indonesia, Iraq, Giordania, Malesia, Giappone, Canada-Cina, Venezuela, Brasile, Portogallo, Italia, Sudafrica, Inghilterra, Germania, Svizzera, Grecia, Slovacchia e mi sa che qualcuno me lo sono dimenticato.

La mia signora preferita e' la signora svizzera, che io una signora cosi' Svizzera, con i capelli a scodella grigi grigi, il naso a patata e i pantaloni al polpaccio, in Svizzera non l'ho mica mai vista. E dopo 35 anni (35!!) in NZ ha ancora un accento svizzero piuttosto forte, da sembrare la protagonista delle barzellette su "c'era un italiano, uno svizzero e un francese" che mi raccontava mio zio da piccola, per prendere in giro l'accento svizzero. E io le ho voluto molto bene per questo, che' gli accenti, si sa, mi piacciono molto.

Si comincia a meta' maggio con una cena dalla ragazza giordana.

giovedì 1 maggio 2008

Ora l'autunno

Aprile e' finito e Maggio si preannuncia altrettanto crudele. Ma a fine mese finiranno le lezioni, e non dovro' piu' pensare a cosa dire e ai compiti da correggere, almeno fino all'inizio del secondo semestre.





Nel frattempo e' arrivato l'autunno e la prima sensazione e' quella dell'odore cosi' familiare di legna bruciata. Un'odore che a Tokyo non ho mai sentito, ma che in verita' mi mancava molto anche a Venezia. E sembra strano ritrovarlo in un posto cosi' lontano.



Ora l'autunno guasta il verde ai colli,
o miei dolci animali. Ancora udremo,
prima di notte, l'ultimo lamento
degli uccelli, il richiamo della grigia
pianura che va incontro a quel rumore
alto di mare. E l'odore di legno
alla pioggia, l'odore delle tane,
comè vivo qui fra le case,
fra gli uomini, o miei dolci animali...
Salvatore Quasimodo