domenica 27 gennaio 2008

Indovina da chi vai a cena

Una decina di giorni fa ricevetti una mail con un invito a un potluck party. Qui vanno molto i potluck party. In pratica inviti qualcuno e ti fai portare da mangiare. La mail era firmata con un nome giapponese e cognome non giapponese. Un paio di giorni prima, durante un altro potluck party (che come dicevo sono all'ordine del giorno) avevamo incontrato una coppia giapponese-olandese, non conoscevo il loro cognome ma ero sicura che il nome a firma della mail fosse quello della moglie. Ieri pomeriggio seguendo le indicazioni arriviamo a una mega villa in cima a una collina. "Accidenti, la giovane coppia giapponese-olandese non ci avevano dato l'impressione di vivere in un posto del genere! Wow!". Mentre parcheggiamo, guardo la gente in giardino e sono tutte facce sconosciute. Scendo dalla macchina e vedo venirci incontro un signore, lo guardo meglio e e' un professore di Scienze Politiche che ho incrociato un paio di volte in corridoio. Mentre sto per dirgli "Ma che sorpresa! Anche tu qui", fortunatamente mi precede con un "Benvenuti! Venite che vi mostro la casa". Panico. Arriva la moglie e, accidenti e' vero!, la moglie e' giapponese e anche lei l'ho incrociata qualche volta in facolta'. Pero' ero assolutamente convinta che il suo nome non fosse quello che ha firmato la mail! Insomma, ci siamo presentati a cena dai signori X convinti di essere stati invitati dai signori Y. T. mi guardava perplesso chiedendo spiegazioni, ma non potevo parlare perche' gran parte dei presenti (e sopratutto la padrona di casa) capiva il giapponese. Io sono dovuta correre in giardino perche' non riuscivo a trattenere le risate.
Credo di avere trovato il mio obiettivo per il nuovo anno: ricordami i nomi delle persone che incontro! Quasi quasi mi metto in tasca carta e penna e me li segno!

giovedì 24 gennaio 2008

Migranti

Dopo i problemi con la padrona, anche l'ufficio immigrazione ha deciso che era da un po' che non ci dava fastidio. E ce la sta mettendo tutta per rovinarci l'umore (e un po' anche i nervi). Oggi prenderei volentieri il primo aereo e me ne tornerei da dove son venuta. Per fortuna e' almeno estate, mica posso abbandonare le mie piantine di cavolo cinese che stanno spuntando nell'orto!

domenica 20 gennaio 2008

carissima landlady

Dall`ottobre 1995 al dicembre 2007 ho vissuto in 16 case diverse (17 se includo i brevi periodi a casa dei miei). Tutte queste case, a parte casa dei miei, casa di G. a Venezia dove sono stata a lungo ospite e la casa dove vivo ora, sono state case in affitto. Ho avuto padroni di casa stravaganti, altri petulanti, altri un po` invadenti, altri inesistenti, ma l`ultima e` stata sicuramente la peggiore. Dopo aver sopportato il fatto che avesse fotografato il bicchiere rotto nella spazzatura, ci lasciasse messaggi deliranti sotto la porta quasi quotidianamente, ci stordisse con le sue stupide e inutili chiacchiere, ci avesse tolto (troppi) soldi dalla caparra per due piatti rotti, pensavamo (ahinoi!) di esserci finalmente liberati di lei. Fino a ieri. Quando ci e` arrivata una lettera minacciosa in cui ci richiede il pagamento di un esorbitante somma di denaro per un presunto e non ben specificato "segno" sul tavolo della cucina . Questo dopo quasi un mese che non abitiamo nella casa. Dopo che era stata fatta (da lei) un`accurata ispezione il giorno della nostra partenza. Dopo che nuovi coinquilini abitano nella casa. T. ha alzato gli occhi dalla lettera perplesso "Non capisco bene, ma mi sembra ci siano scritte delle cose terribili" (hidoi per chi conosce il giapponese). Io ho cercato di mantenere la calma, e, dolcemente ho pensato a tutti gli insulti che conoscevo e le loro diverse sfumature nelle varie lingue (dialetto camuno compreso). Mi duole molto, ma se e` questo che vuole, guerra sia! E la sua carta intestata fa proprio schifo!

sabato 19 gennaio 2008

(re)presentations

La scorsa settimana, un ragazzo si e' presentato a casa della sua (ex)fidanzata per parlarle. La madre lo ha fatto entrare e lui e la (ex)ragazza si sono chiusi in camera. E lui l'ha accoltellata e uccisa. Il ragazzo lavorava come assistente nella mia universita'.
La notizia e' stata diffusa la scorsa settimana, ma il nome dell'assassino (che e' rimasto sul posto ad aspettare la polizia e arrestato immediatamente) non e' stato diffuso fino a due giorni fa, giorno della prima apparizione in tribunale.
L'altro giorno e' arrivata a tutti i membri dello staff una mail con il breve comunicato che l'universita' aveva dato ai media e del telegramma che era stato spedito alla famiglia della ragazza (che si era da poco laureata nella stessa universita'). La mail invitava anche a evitare di fare qualsiasi dichiarazione (a vanvera, aggiungo io) ai media. Ieri e' arrivata una mail in cui si dice che, visto che probabilmente nel nostro edificio lavorano persone imparentate con la persona accusata dell'omicidio, sarebbe meglio fare attenzione a parlare dell'argomento per non urtare la loro sensibilita'.
Ora, l'episodio, per una cittadina (pure troppo) tranquilla di 100 000 abitanti e' un episodio decisamente atipico e grave. I giornali ne hanno parlato per un paio di giorni; i telegiornali pure; i servizi il giorno in cui e' stato rivelato il nome del ragazzo erano di pochi minuti e con inquadrature esclusivamente del tribunale o con foto di archivio della ragazza uccisa. Niente particolari morbosi sulla vita dei due. Niente interviste ad amici, parenti, passanti, cani e porci, per racimolare succulenti retroscena. Niente immagini di macchie di sangue. Niente plastici con la casa della ragazza e le figurine dei protagonisti che si muovono sulla scena del delitto. Niente edizioni speciali di Porta a Porta che, bonta' sua, non esiste. Con cio' non voglio dire che i media qua siano "migliori", anzi, la TV e' un'ammasso di spazzatura come ovunque. Pero' certi paragoni viene spontaneo farli. E oggi sono contenta di essere qui. Non solo perche' e' estate.

sabato 12 gennaio 2008

Panem (et circenses?)


Il fatto di stare per scrivere il mio terzo post su un argomento culinario mi stupisce non poco. Ma, giusto per rassicurare chi mi conosce di persona, no, il mio controverso rapporto con i fornelli non e' cambiato :-).
Il fatto e' che scrivere di ricette e' sicuramente piu' divertente che scrivere di traduzioni, preparazione corsi, progetti di ricerca da preparare in pochissimo tempo, tesi da correggere ecc. Anche perche' mi toccherebbe ammettere che il mio (unico) proposito per il nuovo anno di "imparare a dire no al lavoro" e' gia' miseramente fallito.



Dunque, si diceva, anche questo post parla di cibo. Dopo aver letto la ricetta da Comida ho deciso di provare anche io a fare il pane senza impasto. O meglio a fare il mio primo pane in assoluto. "Se dicono che ci puo' riuscire anche un bambino di sei anni, mica saro' di meno!". Ho pensato. E, in effetti, posso confermarlo, questo pane e' veramente facilissimo da realizzare.

Ho seguito la ricetta di Comida che a sua volta l'ha modificata da quella di Dandoliva. Ho soltanto aggiunto un po' di olio di oliva, come suggerito da Alex.

Riporto le misure che ho usato in cup e teaspoon, per chi e' abituato a questo sistema o, come me, non ha una bilancia ma solo misurini in cups e spoons. Le misure le ho prese da questo video in cui Jim Lahey della Sullivan St. Bakery di New York, l'inventore della ricetta, svela il suo segreto (e tutte le fasi di preparazione).

Ingredienti:

* 3 cups di farina (qualsiasi combinazione va bene)
* 1/4 teaspoon lievito di birra liofilizzato
* 1+1/4 teaspoon di sale
* 1 tablespoon olio di oliva
* 1+1/2 cups d’acqua tiepida.

Riporto la ricetta da Comida

In una ciotola grande mescolare la farina con il lievito, in questa maniera la farina proteggerà i grani di lievito, di seguito aggiungere il sale e l'olio di oliva. Unire l’acqua, mescolare velocemente con le mani o con una forchetta. L’impasto è molto morbido e appiccicoso. Coprire la ciotola con un foglio di pellicola e lasciare lievitare l’impasto a temperatura ambiente (circa 20°C) dalle 18 alle 24 ore.

Il giorno dopo l’impasto sarà aumentato di volume e apparirà come un blob molliccio e alveolato.

Rovesciare il blob su un piano abbondantemente infarinato. Spolverarlo con altra farina, quindi tirare quattro lembi di impasto e ripiegarli su se stessi. Coprire con un foglio di pellicola e lasciar riposare per circa 15 minuti.(io ho saltato questa fase, ma ha funzionato lo stesso)

Trascorso questo tempo cospargere la superficie dell’impasto con semini a piacere (sesamo, girasole, zucca, papavero etc.), semolino o polenta. Trasferire l’impasto o in una ciotola (che andrà coperta) o in un canovaccio (in cui l’impasto verrà arrotolato) e far proseguire la lievitazione per altre due o anche tre ore.

Pre-riscaldare il forno a 250°C e mettervi dentro a riscaldare una pirofila dai bordi alti e col coperchio (la pirofila può essere in qualsiasi materiale, ghisa, pirex etc.).

Rovesciare il blob (occhio che è molle molle e scappa da tutte le parti) nella pirofila bollente. Coprire col coperchio e infornare per circa 30-40 minuti sempre a 250°C. Rimuovere il coperchio e continuare la cottura per altri 10-15 minuti (dandoliva toglie direttamente la pagnotta dalla pirofila e l’appoggia sulla griglia del forno).

Sfornare il pane e lasciarlo raffreddare prima di tagliarlo.